A cura dell’Arch. Roberto Nuti
Iscritto all’Albo degli Architetti di Latina n. 586
Esperto nella gestione urbanistica e catastale degli interventi 110%
Chi ha beneficiato del Superbonus 110% potrebbe pensare che, una volta chiusa la pratica, sia tutto risolto.
È una convinzione legittima. Eppure, da qualche settimana, molti proprietari stanno ricevendo una comunicazione inaspettata: una lettera dell’Agenzia delle Entrate.
Non si tratta di un errore né di una truffa, ma di una richiesta formale per verificare se, dopo i lavori, la rendita catastale dell’immobile risulta ancora coerente con la realtà.
“Perché preoccuparsi adesso?”
“Non ho toccato i muri, solo aggiornato gli impianti”
“Perché nessuno lo ha detto prima?”
Queste sono le domande che lo Studio si sente fare ogni giorno. Questo report nasce per dare risposte, con chiarezza e senza inutili allarmismi.
Cosa sta facendo l’Agenzia delle Entrate
A partire da marzo 2025 è iniziata una campagna nazionale di controlli sulle rendite catastali degli immobili che hanno usufruito del Superbonus. Il principio è semplice: se i lavori hanno aumentato in modo permanente il valore dell’immobile (es. fotovoltaico, pompe di calore, salto di classe energetica), allora potrebbe esserci l’obbligo di aggiornamento al Catasto. È il concetto di “compliance catastale”: un invito a mettersi in regola prima di un accertamento formale. Le prime 10.000 lettere sono già state inviate e chi le ha ricevute ha solo 30 giorni per rispondere. (Fonte: Circolare CNI n. 276/2025 – Agenzia delle Entrate, marzo 2025)
Chi rischia davvero?
Le lettere non arrivano a caso. I destinatari sono selezionati sulla base di: • dati incrociati tra bonus, APE post-operam e Catasto
• impianti tecnologici rilevanti (es. fotovoltaico ≥ 3 kW, pompe di calore, solare termico)
• rendite rimaste “inspiegabilmente” basse dopo interventi di valore
Anche senza modifiche edilizie, chi ha migliorato l’immobile con impianti permanenti può essere soggetto a verifica. Fino al 2023, si pensava che solo chi interveniva sui muri dovesse aggiornare la rendita, ma questo non è più vero: dal 2024, anche gli impianti possono fare la differenza.
Le conseguenze se si ignora la lettera
Chi non risponde rischia:
• aggiornamento d’ufficio della rendita con criteri generici
• sanzione tra 1.032 e 8.264 euro
• richiesta di restituzione del bonus in presenza di difformità
• blocco nelle cessioni del credito o nelle eventuali vendite immobiliari
(Riferimenti: art. 1, comma 336 L. 311/2004 – D.lgs. 472/1997 – D.lgs. 23/2011)
Il “ravvedimento operoso”: una via d’uscita
Agire prima di un accertamento permette di mettersi in regola con: • una semplice pratica catastale (DOCFA)
• una sanzione ridotta a circa €172 (1/6 del minimo)
Questo è il cosiddetto “ravvedimento operoso”: un piccolo passo oggi per evitare grattacapi domani.
Perché non se ne è sentito parlare prima?
Fino a poco tempo fa mancava una normativa chiara sull’obbligatorietà dell’aggiornamento catastale. Solo con la Legge di Bilancio 2024 e la Circolare CNI 276/2025 è stato chiarito che anche gli impianti tecnologici impattano sulla rendita. Nessuna colpa ai proprietari o ai tecnici: la normativa si è evoluta, e oggi serve semplicemente restare aggiornati.
Cosa si può fare subito
Lo Studio Tecnico Nuti propone una verifica tecnica preliminare basata sulla documentazione già disponibile.
• Se non risulta necessario aggiornare, viene rilasciata una dichiarazione firmata, utile anche in caso di controlli
• Se l’aggiornamento è necessario, si decide se e quando procedere
Il costo della verifica è chiaro: €150 + cassa e IVA, che rappresentano la prima fase del servizio. Se poi si procede con l’aggiornamento, questo importo viene scalato dal costo complessivo, pari a €850 + oneri fiscali. In questo modo è possibile affrontare la situazione per gradi, partendo da una valutazione autonoma e non vincolante.
Conclusione
Il Superbonus ha permesso di migliorare abitazioni in tutta Italia, ma ha anche introdotto nuovi obblighi, tra cui l’adeguamento della rendita catastale quando gli interventi incidono sul valore dell’immobile. Molti non erano a conoscenza di questo passaggio perché le indicazioni sono diventate chiare solo nel 2025. Ecco perché oggi è importante verificare la situazione, prima che arrivino accertamenti e richieste di sanzioni. Se c’è anche solo il dubbio che l’immobile rientri nei casi soggetti a verifica, conviene non rimandare. Le lettere sono già arrivate in diverse province (Roma, Napoli, Reggio Calabria, Treviso) e nei prossimi mesi i controlli si estenderanno. Quando arriva la comunicazione, si hanno solo 30 giorni per intervenire, e in quel caso i margini si riducono. Lo Studio Tecnico Nuti ha già seguito decine di casi simili con metodo e professionalità. Conoscere la normativa e guidare il cliente passo dopo passo è il nostro lavoro. Per informazioni o per attivare la verifica tecnica preliminare: info@studiotecniconuti.it | Whatsapp 340 489 2865
“Agire con lucidità oggi significa evitare problemi domani.”
Arch. Roberto Nuti
Fonti: Agenzia delle Entrate – www.agenziaentrate.gov.it | Consiglio Nazionale Ingegneri – Circolare n. 276/2025 | Edilportale.com, Fanpage.it – marzo/aprile 2025